Generazioni

di Davide Camarrone, Direttore Artistico del Festival delle Letterature Migranti

Tema di questa edizione anniversario sarà “Generazioni”

Termine al quale vogliamo attribuire un carattere interpretativo e uno programmatico. Generazioni allude infatti al restringersi dell’orizzonte vitale della comunità umana, alle già drammatiche conseguenze del cambiamento climatico, allo sgomento delle nuove generazioni, alla loro rinuncia a costruire altri mondi, diversi da questo. Dice infatti, il tema della decima edizione del Festival delle Letterature migranti, di diverse estinzioni, e in primo luogo di quel sapere che per generazioni si è trasmesso fino a noi e che ora va rarefacendosi, per l’esternalizzazione del pensiero a calcolatori, algoritmi e giacimenti intangibili, reti che ci attraversano, ci circondano e ci escludono. Eppure, Generazioni è anche il generare saperi e memoria, altre generazioni che reinventino la nostra stessa sostanza: è l’unicità del procreare evolvendo, il dispiegarsi della nostra eternità attraverso la nuova umanità che ci segue e ci supera. Generazioni è l’azione stessa del generare, il senso miracoloso della nostra esistenza nella prospettiva di donne e uomini che sapranno e vedranno, udiranno e ragioneranno coi sensi e l’intelletto del tempo a venire. Generazioni è il profluvio di generi e distinzioni che costituisce il criterio razionale, il principium individuationis che non cessa di dar luogo a fenomeni nuovi e a strumenti di conoscenza degli stessi. Generazioni è la pluralità di creazioni letterarie e artistiche che rende inesauribile la nostra capacità di conoscenza, il diverso generare di linguaggi e visioni, codici e prospettive, fratture e nuovi catene di senso. Generazioni è il superamento di vecchi insopportabili pregiudizi e di vecchie oramai inservibili culture politiche, la pacatezza che sta nell’accettazione e nella condivisione. Generazioni è la sconfitta della morte e del buio, della guerra e delle catastrofi che ci minacciano. Generazioni contiene in sé il genere e il generare, ma anche il termine azione, ciò che ci spinge a non fermarci, a nutrirci del più luminoso ottimismo della volontà pure dinanzi al più ottuso pervicace pessimismo della ragione.