Lettere da vicino | Le scatole narrative
Lettere da vicino – Questa è la prima generazione che si avverte come ultima nell’intera storia dell’umanità a godere di risorse, memoria e libertà, che vede diradarsi il proprio orizzonte, che percepisce il rischio di un assottigliamento delle risorse essenziali per la sopravvivenza della specie – il clima, l’acqua e il cibo -, che rischia una possibile interruzione dei processi di trasmissione dell’eredità culturale di una generazione all’altra. Per il peso della memoria – tra nuove uniformità di pensiero -, e in relazione a modalità di dialogo immateriale che non presuppongono relazioni dirette tra interlocutori. Nelle famiglie, nelle scuole, nei luoghi del sapere e del dialogo, misuriamo il fallimento di una promessa capitale. E ragioniamo sul ruolo delle narrazioni, sull’educazione al narrare.
Mercoledì 09 ottobre
Ore 09:00 Istituto Comprensivo “Perez Calcutta”
Lettere da vicino
Incontro con Daniele Aristarco, Io vengo da – Corale di voci straniere (Einaudi)
“Da dove vieni?” È questa la domanda che un insegnante pone ai suoi studenti. La classe è composta per metà da bambini stranieri, alcuni dei quali arrivati da poco in Italia. Il quesito, solo apparentemente banale, impegna tutti in un’appassionante ricerca su se stessi, una vera e propria investigazione sulle proprie origini, sulla propria leggenda familiare. Attraverso i racconti dei giovani protagonisti possiamo ripercorrere la storia dei diversi flussi migratori che, negli ultimi anni, hanno interessato il nostro Paese e provare a comprendere il mondo nuovo che di fronte a noi si dischiude. Un racconto corale di storie vere che aiuterà studenti, docenti e genitori a orientarsi in questa nuova geografia, a riconoscersi nell’altro e ad assaporare la ricchezza della differenza.
Classi della scuola primaria
Ore 11.30 Istituto Comprensivo “Amari-Roncalli-Ferrara”
Lettere da vicino
Incontro con Daniele Aristarco, Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi (Einaudi)
La Storia si può ripetere? I fantasmi del passato possono ripresentarsi? Come riconoscerli, come opporsi? Daniele Aristarco esplora alcuni degli aspetti più complessi e contraddittori del nostro tempo. Attraverso una serie di lettere indirizzate a Giulia, una giovanissima studentessa, l’Autore narra la storia della dittatura fascista, prova a sbrogliarne gli intricati fili e indaga l’enigma del consenso. Con un pizzico di umorismo e uno stile chiaro e avvincente, queste pagine ripercorrono la storia italiana del Novecento per raggiungere la contemporaneità. Oltre ai principali avvenimenti, che vanno dalla nascita del movimento fascista al suo crollo rovinoso, alla fine della Seconda guerra mondiale, l’autore si sofferma sui contenuti e le caratteristiche culturali di un pensiero non del tutto scomparso.
Classi della scuola secondaria di primo grado
Sabato 12 ottobre
Ore 11:00 Museo Archeologico Regionale A. Salinas | Chiostro
Lettere da vicino
Incontro con Francesca Capossele, Nel caso non mi riconoscessi (Playground)
con Angelo Di Liberto
Perché una giovane donna italiana decide di fuggire nella Germania Orientale in una notte del 1953, in piena Guerra Fredda, senza lasciare una sola parola che spieghi la sua scelta? Francesca Capossele ricostruisce il vissuto dei cittadini della Germania Orientale ma anche la rivolta di una donna che ha rifiutato il destino assegnatole dall’appartenenza al suo ceto sociale e al genere femminile.
Domenica 13 ottobre
Ore 19:30 Museo Archeologico Regionale A. Salinas | Chiostro
Lettere da vicino
Incontro con Luigi Saraceni, Un secolo e poco più (Sellerio)
con Peppino Di Lello, Piergiorgio Morosini e Davide Camarrone
Attraverso le storie di tre personaggi della stessa famiglia si articola un secolo, dall’attentato a Umberto I ai nostri anni. Un ritratto, intenso, appassionato, a tratti divertente o drammatico, di tre generazioni che con la giustizia hanno fatto i conti.
Ore 19:30 Porco Rosso
Lettere da vicino
Incontro con Shahram Khosravi, Io sono confine (Eleuthera)
con Cristina Alga e Giulia De Spuches
Una ricerca etnografica condotta da un antropologo iraniano sulla natura non solo fisica ma anche immaginaria dei confini prende le mosse da un’esperienza di migrazione illegale vissuta in prima persona. Così l’auto-narrazione si coniuga alla scrittura etnografica in un’indagine a tutto campo sull’attuale regime delle frontiere e sui concetti chiave di cittadinanza, Stato-nazione, diritti, disuguaglianza.