12 Ottobre 2016, Caro Diario, comincia il Festival

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Ott

12 Ottobre 2016, Caro Diario, comincia il Festival

Caro diario, siamo partiti ed è stata una giornata di festival densa, intensa e faticosamente bella. Oggi, 12 Ottobre 2016 il centro di Palermo era tutto un brulicare di volti, persone che si spostavano tra l’Archivio Storico e Palazzo delle Aquile, tra le periferie e l’Europa passando per il Sud e per il digitale. E se ti sembra strano è perché non c’eri. A Giurisprudenza, Intervistato da Enric Bou, professore di studi iberici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, lo scrittore Marcello Fois ha parlato della periferia come concetto. La periferia è metafora della coscienza di sé ma anche della percezione, dal punto di vista di uno scrittore, ha precisato che: Uno scrittore, per non essere periferico, da qualunque parte del mondo provenga, ha bisogno soprattutto di un buon lettore” e ancora spostando il punto di vista ha definito la questione delle migrazioni come altro rispetto allo spostamento: Noi fingiamo che il problema dei migranti sia geografico, ma non lo è, il problema dei migranti riguarda altro che il semplice spostamento di persone, riguarda semmai tutto ciò che resta, al netto della questione del trasferimento di un certo numero di persone da un luogo a un altro”. Francesc Serés commentava infine: “La periferia non è un cliché. Se la intendessimo così dovremmo rispettare dei confini e decidere cosa sta dentro e cosa sta fuori. Periferia è un concetto mobile, vista così è chiaro che c’è periferia anche al centro delle città”

Un’idea simile ha espresso, a fine giornata, il giornalista e scrittore polacco Wlodek Goldkorn – autore de “Il Bambino nella neve,” (Fetrinelli 2016) – che a proposito di una definizione contemporanea di “Europa” diceva: L’Europa non può essere questione di parametri

Feltrinelli ed - Wlodek Goldcorn

Feltrinelli ed – Wlodek Goldcorn

Ancora di confini hanno parlato in una conversazione brillante, spiritosa e piena di stimoli, Evelina Santangelo e Roberto Alajmo, lo scrittore raccontava del suo rapporto con la Palermo, quella dei romanzi, che tende a invadere la scena e nei confronti della quale il difficile è scalzare lo stereotipo, anche lui, come Fois, attribuiva un preciso ruolo, una responsabilità al lettore: Il lettore la vuole raccontata sempre allo stesso modo, perché così la riconosce, per questo è complicato uscire dalla cartolina” Roberto Alajmo ha descritto una Palermo vitale e stimolante: Nella costrizione i talenti crescono meglio, da un punto di vista teatrale non c’è una città più vivace di Palermo e molti dei suoi talenti sono cresciuti proprio nel periodo più buio, quello in cui la politica e l’amministrazione trascuravano del tutto la cultura”.

Ottavio Navarra, Davide Camarrone, Francesco Armato, Sarah Di Benedetto e Michelangelo Pavia

Ottavio Navarra, Davide Camarrone, Francesco Armato, Sarah Di Benedetto e Michelangelo Pavia

Anche l’incontro sull’editoria ha fatto riferimento a questa vivacità culturale e a questa capacità di rinnovamento. Davide Camarrone citava il caso di Modusvivendi, libreria cittadina che ha trovato una via per uscire dalla crisi reinventando il modo di vivere la libreria, facendone un luogo di incontro, di dibattito, di cultura a 360 gradi. Con lui l’editore Ottavio Navarra, Sarah Di Benedetto di Glifo edizioni e Francesco Armato del Palindromo concordavano sul fatto che una città ha bisogno di questi luoghi di incontro, di luoghi che diventano azioni, come Una Marina di Libri o come il festival stesso, Michelangelo Pavia raccontava anche del ruolo delle associazioni nel rinnovamento delle città ringraziando, fra l’altro, il Consorzio Piazza Marina, vero esempio di resilienza. Piccolo momento di emozione e applauso quando Ottavio Navarra ha ricordato Maurilio Prestia, morto ieri, esempio di come una sana curiosità intellettuale possa fare veramente molto anche in territori non felicissimi.

Pap Khouma 12 ottobre 2016 Palermo

Dopo un anno è tornato a trovarci Pap Khouma, lo scrittore senegalese ed editore (El-Ghibli) ha raccontato la sua esperienza a partire dalle prime difficoltà con la lingua – anche se ha sottolineato che per lui “L’Italiano è lingua d’amore” – e di lingua si è parlato anche con Limam Boisha e Luali Lahsen Salami che hanno affrontato la poesia e la cultura beduina con Giulia Maltese.

A Palazzo Cefalà, luogo simbolo, sede della Consulta Delle Culture a Palermo, Enrico Del Mercato ha affrontato il tema complesso dei diritti con Filippo Miraglia, Alessandra Sciurba e Francesco Spano. Enrico Del Mercato chiedeva se al di là della posizione che fa della SIcilia, di Lampedusa in particolare “il primo scoglio a cui si aggrappa il migrante”, ci sia poi un sistema di accoglienza realmente efficiente. Alessandra Sciurba osserva di contro che esiste un diritto dei migranti ad essere accolti, diritto che deve superare il livello della prassi, della naturale vocazione all’accoglienza e diventare esso stesso norma.

L’emozione delle mostre inaugurate oggi è indescrivibile. La magia delle opere di Arte Dal Maghreb dal Mashreq, la poesia delle donne di Loredana Longo illuminate da un neon nel loro viaggio di salvezza, lo sguardo multiforme che ci hanno donato i fotografi di Église nella chiesetta di Via Dei Credenzieri meritano uno spazio a parte, te le racconto dopo, caro Diario, ché il 13 è una giornata pienissima di bellezza e di attesa: lo sai, vero, che sarà nominato il Nobel per la Letteratura 2016?

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