Dal 24 novembre al 27 dicembre FLM Arts&Theater
Se è vero che la città è fatta di persone, il modo in cui queste si rappresentano, raccontano, esprimono sé stesse e il mondo circostante, influisce anche sulla vita della città e sulle comunità che le abitano. Il Festival delle Letterature Migranti continua ad interrogarsi su La Città Futura, tema dell’ottava edizione del Festival, con un nuovo progetto dal titolo FLM Arts&Theatre dedicato alle sezioni “arti visive” e “teatro” e in programma dal 24 novembre al 27 dicembre ai Cantieri Culturali alla Zisa.
Un calendario che intreccia idee e progetti attraverso performance, spettacoli, incontri con autori e artisti, contaminando linguaggi e spostando i confini, nella convinzione che la cultura contemporanea alimenti e si alimenti di diversità e punti di vista molteplici. Un programma realizzato in sinergia con alcune realtà che operano all’interno dei Cantieri Culturali. In particolare, la sezione Arti visive, a cura di Agata Polizzi, nasce con il sostegno e in condivisione con la Fondazione Merz e si avvale per questa edizione della collaborazione con il Teatro Biondo Stabile di Palermo e l’Istituto Gramsci Siciliano. La sezione teatro, invece, a cura di Giuseppe Cutino in collaborazione con Giuseppe Provinzano con il sostegno e in condivisione con ETS – Comunità Cantieri Culturali alla Zisa – Spazio Franco, Teatro Ditirammu ed Arci Tavola Tonda.
Arte e teatro si confrontano e si intrecciano, provando a rispondere ad alcune questioni aperte: è ancora possibile tracciare linee nette di separazione tra i linguaggi creativi? E poi: quanto e in che modo l’arte, il teatro, la musica riescono a interpretare le nuove città multiculturali? Chi è il drammaturgo e l’artista del futuro? Interrogativi a cui decine tra autori e interpreti proveranno a rispondere, ognuno a suo modo interloquendo anche con giornalisti e storici dell’arte.
Apre il cartellone il 24 novembre alle 21 (con replica il 25 alla stessa ora) allo Spazio Franco lo spettacolo I broke the ice and saw the eclipse di Giovanna Velardi con Federico Brugnone e Giovanna Velardi: l’incontro tra un uomo e una donna che, come due corpi celesti, gravitano l’uno nell’orbita dell’altro, fino a scontrarsi per generare la più grande esplosione di luce, l’apocalisse. Una sorta di anteprima all’inaugurazione ufficiale – il 26 novembre alle 17.30 all’Istituto Gramsci – alla presenza dell’assessore comunale alla Cultura, Giampiero Cannella, del direttore artistico del Festival delle Letterature Migranti Davide Camarrone e dei curatori di Arts&Theatre, Agata Polizzi e Giuseppe Cutino. Mentre alle 18, sempre al Gramsci, si terrà il primo dei talk: la presentazione del libro Giù i monumenti? Una questione aperta (Edizioni Einaudi, 2022) di Lisa Parola che affronta il rapporto tra storia, arte e memoria. L’autrice ne discuterà con Agata Polizzi.
Ancora il 26 novembre alle ore 21 presso ZACentrale sarà la volta della performance Chroma keys di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Silvia Calderoni che ne è anche l’interprete. Rappresentato in spazi di arte contemporanea come il centro Pecci di Prato e in festival teatrali, Chroma keys arriva per la prima volta in Sicilia ed è il “cuore” della sezione arti visive del Festival delle Letterature Migranti. Ideata e realizzata con il sostegno e in condivisione con la Fondazione Merz, la sezione propone un lavoro innovativo che riflette su un un tempo che cambia repentino e che comporta non solo rimodulazioni dei punti di vista sulla quotidianità, ma uno spostamento delle certezze e un riposizionamento verso nuove e altre possibilità. Un’incursione dentro il cinema, nella meraviglia della finzione e dei suoi vecchi “trucchi” stereoscopici.
Il 27 novembre alle ore 11.30 presso ZACentrale il talk Scomode visioni con MOTUS, Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, e Sergio Ariotti del Festival delle Colline Torinesi, moderati da Laura Bevione della rivista Hystrio e introdotti da Agata Polizzi e Giuseppe Cutino.
In calendario a seguire altri spettacoli: adattamenti originali come quello di Giuseppe Cutino, per ombre e voci, di Totò e Vicè di Franco Scaldati (Spazio Franco – 29-30 novembre). E ancora, lavori nati da progetti laboratoriali sulla migrazione: [H] – Il Sigillo, scritto e diretto da Alessandro Garzella e Satyamo Hernande e maturato nel laboratorio toscano del Cantiere delle Differenze (Spazio Franco – 3-4 dicembre); Oἶδα del Progetto Amuni di Palermo tratto da “Le Baccanti” di Euripide con la drammaturgia di Sergio Beercock e la regia Giuseppe Provinzano (Spazio Franco – 9-10 dicembre); e Testa di M., epilogo scenico di laboratorio multidisciplinare rivolto agli studenti delle scuole e a cura di Progetto Amuni e Teatro Ditirammu, altra realtà dei Cantieri culturali alla Zisa (Nuovo Teatro Ditirammu – 20, 21, 22 dicembre).
Chiude il 27 dicembre alle 21 ad Arci Tavola Tonda, Monika Bulaj, fotografa e giornalista polacca naturalizzata italiana con Dove gli Dei si parlano. Un affascinante reportage fotografico tra Medio Oriente e Caucaso, Asia e Africa, e lungo i confini d’Europa che si anima di racconti ed esperienze vissute e narrate dalla protagonista, oltre che di sonorità lontane, travalicando i confini delle arti: tra narrazione, arte fotografica, musica e teatro.
Completano il programma una serie di talk della sezione teatro in collaborazione con la rivista Hystrio, in programma a Spazio Franco con inizio alle 17.30: “La Scrittura e la scena” con Sabrina Petyx, Michele Santeramo e Fabio Pisano, moderati da Giuseppe Cutino (4 dicembre); e “Disordine e disciplina” con Beatrice Monroy, Rosario Palazzolo e Salvatore Ventura in dialogo con Simona Scattina, docente Università di Catania (10 dicembre).