FLM2018, Nasim Marashi allo Steri il 19 ottobre

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11
Ott

FLM2018, Nasim Marashi allo Steri il 19 ottobre

Giornalista, scrittrice e sceneggiatrice, vive a Tehran dove è nata nel 1984. Nasim Marashi sarà con noi al Festival delle Letterature Migranti il 19 ottobre alle 18 all’interno del complesso munumentale dello Steri,
nella Chiesa di Sant’Antonio Abate, per presentare il suo libro “L’autunno è l’ultima stagione dell’anno”.

Autrice di vari racconti, premiati a più riprese, e di fortunate sceneggiature cinematografiche, ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo, Payiz fasl-e akhar-e sal ast (L’autunno è l’ultima stagione dell’anno), premiato come miglior libro dell’anno con l’assegnazione del premio letterario Jalal Al-e Ahmad. Nasim lavora pure per Dastan Monthly, l’unica rivista persiana interamente dedicata alla letteratura.

Su di lei, qui di seguito, un intervento di Stella Morgana, che dialogherà con l’autrice. L’incontro è inserito nella scatola narrativa denominata “Terre perse”, che tratta il tema dei luoghi che mutano la propria identità.

“La quotidiana lotta con le trasformazioni dell’età adulta è un racconto di vuoto e di pieni. Trasuda di non detti e beghe familiari, difficoltà sul lavoro e alienazione sentimentale. A viverla, attraverso la penna della scrittrice iraniana Nasim Marashi – il 19 ottobre al Festival delle Letterature Migranti – sono tre giovani donne: Leila, Roja, Shabane. Tre personaggi, e in ognuno di loro c’è un pezzo di vissuto della scrittrice. “L’autunno è l’ultima stagione dell’anno” – romanzo d’esordio pluripremiato di Marashi, che ha collezionato 20 ristampe nei primi due anni – snocciola le inquietudini connesse alla transizione tra passato e presente. Protagonista è la generazione nata negli anni Ottanta, quella che si scontra con la tradizione, ma anche e soprattutto con la precarietà e i bilanci esistenziali. Sullo sfondo si staglia Teheran, laboratorio urbano in continua trasformazione, dove si negoziano spazi di libertà e di espressione, una città che si reiventa ogni giorno: “Faccio qualche passo avanti e guardo Tehran distesa sotto i miei piedi. Il sole sta tramontando e le luci della città si accendono una alla volta. In ogni angolo una luce brilla come una stella e tra un’ora verrà costruito un altro cielo sulla terra”.

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